I Reel arrivano anche su Facebook: ecco come sfruttarli

Dopo il grande successo di Instagram, i reel arrivano anche sul social media più utilizzato al mondo. Brevi video con una durata massima di 60 secondi a cui aggiungere stickers, porzioni di testo, musica e così via.

La cosa più interessante è l’annuncio di Meta riguardo l’intenzione di introdurre, nelle prossime settimane, nuove soluzioni per monetizzare grazie ai reel, come la possibilità di inserire banner e annunci tra un video e l’altro. Oltre a questo, molto utile per i creator, i reel sono anche un potente strumento di branding: ti permettono, infatti, di ottenere una copertura molto superiore a quella di post e storie e si possono utilizzare con diversi obiettivi.

La loro grande potenzialità è quella di aprire le porte del tuo profilo, far conoscere i tuoi contenuti e quindi aumentare anche la platea di utenti che ti seguono.

Sì, perché a differenza dei classici post, i reel su Facebook sono visibili a tutti, non solo agli amici: gli utenti avranno, quindi, la possibilità di scoprirli in base agli interessi e ai trend nella parte superiore della sezione Notizie (accanto a Storie e Stanze) o in una nuova sezione dedicata sempre alle notizie.

Cosa pubblicare? Il consiglio è quello di rimanere fedeli al proprio piano editoriale, cercando di produrre contenuti di valore che facciano sorridere o semplicemente incuriosire gli utenti. Ricordati che le persone trascorrono il tempo sui social per divertirsi/rilassarsi/distrarsi e non per essere riempiti di pubblicità o contenuti che mirano alla vendita.

Quindi cerca di essere originale, qualche reel in più non ti farà fare il pieno di conversioni, ma è un ottimo strumento da integrare in una strategia a lungo termine che mira a costruire e rafforzare il tuo brand.

In questo articolo ti abbiamo spiegato come creare un reel su Instagram, ora vediamo come farlo su Facebook. Ti basta aprire l’app e fare tap sull’icona “Reel” che si trova nell’header dell’interfaccia, sotto lo spazio per scrivere il proprio stato. Si può registrare il video in diretta grazie alla videocamera dello smartphone, oppure caricarne uno già esistente direttamente dalla galleria.

Si possono poi aggiungere tanti effetti: sottotitoli, filtri, musiche e suoni. Una volta terminato, basta selezionare la voce “Condividi”, compilare la descrizione, aggiungere gli hashtag e impostare la privacy del video, scegliendo il pubblico.

Inoltre, puoi utilizzare i Remix per affiancare il tuo reel accanto a uno già esistente e pubblicato in precedenza, puoi salvare il tuo reel nelle bozze e riprenderlo in un secondo momento. Infine, è previsto il debutto di nuovi strumenti di video clipping.

Su Instagram hanno già conquistato gli utenti di tutto il mondo, chissà se sarà così anche con i Facebook reels!

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neuromarketing
Trucchi di neuromarketing: come guidare l’utente alla conversione
L’occhio vuole la sua parte

il 90% degli stimoli che ci arrivano provengono dagli occhi e hanno una velocità di elaborazione di meno di un decimo di secondo.

Sì, siamo una specie “visually oriented” e questo significa che un’immagine raggiunge il centro del cervello prima ancora di aver iniziato a pensarci.

Il linguaggio visivo, quindi, è lo strumento migliore per comunicare con quello che i neuroscienziati definiscono cervello veloce, ovvero quello deputato a gestire la maggior parte dei nostri processi intellettivi e decisionali.

Che implicazioni ha questo per il marketing? Ce lo siamo chiesti anche noi e oggi proveremo a capirlo insieme.

Se gli stimoli visivi sono i primi e ad essere recepiti, significa che dobbiamo comunicare per immagini. E non solo: il design, i colori, la disposizione delle figure nello spazio e altri elementi grafici diventano fondamentali per catturare l’attenzione, orientare l’utente a compiere l’azione che vogliamo e per cui stiamo investendo tempo e budget.

La regola del contrasto

Forse la più semplice, ma non la meno importante. Per percepire un oggetto, è necessario che si crei una qualche forma di contrasto tra lo sfondo e l’oggetto stesso. Intuitivamente, infatti, non possiamo vedere una forma bianca su sfondo bianco, cominceremo però a percepirla se cominciamo a scurirla. Questa regola è utile soprattutto quando inseriamo una scritta all’interno di un’immagine e alcuni caratteri di colori simili allo sfondo potrebbero diventare poco leggibili.

L’effetto cucciolo

Utilizzare immagini di bambini, neonati o di cuccioli è molto efficace perché genera istintivamente sentimenti di tenerezza.

Analizzando le differenze nella comunicazione tra due marche di carta igienica, fu Robert Heath a scoprire che la presenza di un cucciolo di Labrador nella pubblicità spiegava la differenza nelle vendite tra i due brand.

Frecce, punte, curve, simmetrie e quadrati

Siamo maggiormente attratti dalle linee curve che da quelle dritte o dalle forme squadrate, e troviamo più piacevole una figura simmetrica rispetto a una totalmente priva di proporzioni armoniche. Ad esempio, in un ristorante affollato, i tavoli quadrati suggeriscono professionalità, mentre in uno poco affollato si preferiscono i tavoli rotondi, perché evocano una sensazione di calore e accoglienza.

Fondamentali anche le punte e le frecce, che indicano la direzione in cui vogliamo che l’utente guardi.

Regola della direzione dello sguardo

Utilizzare immagini di persone e di volti è molto efficace, in quanto il nostro cervello ne è attratto. In particolare, sono gli occhi a catturare l’attenzione e un modo per sfruttare questa “attrazione” è quello di direzionare lo sguardo del volto verso l’elemento su cui vogliamo che l’utente guardi all’interno dell’immagine.

Carico cognitivo nella immagini

Come nel caso dei testi, anche per le immagini esiste un problema di carico cognitivo. Più sono piene di elementi, più il nostro cervello fatica a decodificarle perché non sa dove concentrare lo sguardo, e quindi l’attenzione. Altri fattori che incidono sul carico cognitivo sono la nitidezza, l’adeguatezza dello sfondo e il contesto. Più un’immagine è chiara, nitida e semplice, più la sua potenza evocativa aumenta.

I colori

Anche i colori sono fondamentali: mentre le tonalità calde come il rosso sono molto utilizzate per attirare l’attenzione (pensate alle scritte saldi), i colori freddi come il blu comunicano professionalità e fiducia.

Verdi e gialli trasmettono sicurezza e tranquillità, ma bisogna sempre fare attenzione sia al contesto in cui ci stiamo muovendo, sia alla brand identity del nostro marchio, che deve essere sempre ben riconoscibile.

Salienza

Il problema dei pubblicitari è non solo attirare l’attenzione, ma anche fare ricordare il messaggio. I fattori che influenzano la salienza sono diversi, ma due sono fondamentali:

l’attenzione viene attirata da particolari che, in qualche modo, risaltano e si distinguono dallo sfondo, ad esempio una mela rossa su sfondo grigio, o un soggetto in movimento tra oggetti fermi;

il secondo fattore chiave che attira l’attenzione è la presenza di piccole incongruenze rispetto a uno schema mentale conosciuto.

A livello grafico, sotto questo profilo si può lavorare non solo sul contrasto cromatico, ma anche sulle forme e le dimensioni dei vari elementi che compongono un’immagine, sulla loro densità e movimento.

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Sito web: quali sono i criteri per valutarne l’efficacia

Non sempre un bel sito è un sito che converte.

Nel mio lavoro succede spesso di vedere clienti – ma anche professionisti ahimè – concentrarsi più sull’aspetto grafico che su altri fattori, che poi sono quelli fondamentali per valutare l’efficacia del tuo sito web.

Prima di tutto, ci sono sono alcuni parametri tecnici, che devono essere rispettati, se non vogliamo che i nostri clienti scappino non appena atterrano sul nostro sito.

  • Velocità media di risposta del sito Web (lato server)
  • Velocità media di caricamento del sito Web (lato browser utente)
  • Peso della pagina (in MB)
  • Percentuale di compressione e ottimizzazione delle immagini

Una volta prese in considerazione le specifiche tecniche, che valgono per tutte le tipologie di sito e che puoi verificare utilizzando tool come PageSpeed, è utile prendere in considerazione il motivo per cui il tuo sito esiste.

Partiamo da una domanda. Qual è l’obiettivo del tuo sito? Se hai un e-commerce, sicuramente è la conversione finale, se hai un hotel è la prenotazione, mentre se hai un piccolo negozio nella tua città, potrebbe bastarti creare una vetrina della tua attività.

A seconda della risposta a questa domanda, ogni sito dovrebbe essere costruito in base a criteri diversi ma con un fattore in comune: raggiungere l’obiettivo che è stato deciso.

Un e-commerce deve avere delle schede prodotto chiare e indicizzate in base alle keyword giuste, le foto dei prodotti devono essere professionali e luminose – ma di dimensioni non troppo grandi per evitare di appesantire il sito – e un processo di acquisto semplice e veloce. Inserisci informazioni chiare sulle modalità di spedizione e sui resi, magari in una pagina dedicata.

Se il tuo è un sito di un hotel, invece, alcune delle cose più importanti sono le immagini della struttura e i servizi che offri: le pagine più visitate sono solitamente quelle delle camere e delle offerte, quindi affidati a un esperto per il servizio fotografico e pubblica delle offerte speciali, puntando sui tuoi migliori servizi. Mi raccomando: metti ben in evidenza tutti i contatti come il numero di telefono, WhatsApp e l’indirizzo mail e non dimenticare il form, che deve essere facilmente compilabile e non troppo lungo.

Infine, se utilizzi il sito come vetrina… beh, allora deve invogliare “ad entrare” nel negozio, proprio come quella fisica! Metti bene in evidenza i pulsanti per contattarti, i link ai tuoi profili social e inserisci una mappa con l’indirizzo del tuo negozio. Sfrutta il local marketing e cura anche la scheda del profilo di Google (vecchio Google My Business) per farti trovare più facilmente dai potenziali clienti.

Un’attività da cui non puoi esimerti è la SEO. Indicizzare il tuo sito sui motori di ricerca è FONDAMENTALE per farti trovare dai tuoi potenziali clienti – e non è una cosa da poco. Serve un’analisi, una strategia e un meticoloso lavoro di puzzle fatto di parole chiave.

Verifica quali sono le keyword più ricercate del tuo settore, controlla i volumi di ricerca medi, valuta la concorrenza e scegli su quali parole puntare: una volta scelte le keyword, dovrai ideare title, meta description, H1 e url per ogni pagina del tuo sito. Ricordati di inserire anche il testo alternativo in ogni immagine.

Questi sono tutti aspetti importantissimi per agevolare Google a trovare il tuo sito e a posizionarlo tra i primi risultati di ricerca. Puoi anche chiederglielo direttamente, caricando la mappa del tuo sito tramite la Google Search Console in modo che Big G arruoli i suoi spider per scansionare il tuo sito.

Adesso SFATIAMO UN MITO: non serve più che i testi siano pieni di keyword.

Nel tempo, Google è diventato sempre più intelligente e valuta i contenuti in base alla reale utilità/qualità per l’utente. Scrivi testi coerenti, ma scrivi sempre per chi legge e non per i motori di ricerca.

Un’altra raccomandazione: controlla sempre il tuo sito dal tuo smartphone e verifica che sia ottimizzato per i dispositivi mobili. Oggi, infatti, la maggior parte di noi va online con il proprio telefono, che richiede una user experience completamente diversa rispetto a una versione desktop del sito.

Facciamo un breve recap delle cose IMPORTANTISSIME per valutare l’efficacia del tuo sito web:

  • tempo di caricamento delle pagine
  • navigazione semplice e intuitiva
  • indicizzazione SEO
  • contenuti creativi e coerenti
  • immagini professionali, ma non troppo pesanti
  • Pulsanti di call to action, contatti e profili social ben visibili
  • ottimizzazione per il mobile
  • protocollo HTTPS
  • evita annunci intrusivi

Se il tuo sito non rispetta tutti questi punti, non temere: puoi sempre rimediare, soprattutto ora che è disponibile un contributo a fondo perduto fino a 100 mila euro e fino all’80% tramite credito d’imposta! Clicca sul pulsante qui sotto e scopri di più sul BONUS ALBERGHI 80%!

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Campagne Google Ads: qual è il CTR ideale

Se hai fatto un po’ di pratica con Google Ads, saprai quanto sia importante il CTR. Il Click Through Rate, infatti, è fondamentale per valutare l’andamento e l’efficacia delle tue campagne.

Prima di tutto, che cos’è il Click Through Rate? Si tratta della percentuale di click ricevuti da un annuncio, ottenuta dividendo il numero di clic totali per il numero delle visualizzazioni che lo stesso annuncio ha collezionato.

Si intuisce facilmente, quindi, che più il CTR è elevato, più le tue campagne Google Ads hanno successo: i tuoi annunci hanno incontrato l’interesse degli utenti. Ma qual è la percentuale sotto la quale non bisogna scendere e qual è il valore ideale?

Il CTR medio è del 9% per gli annunci di ricerca e del 5% per gli annunci display. Mentre questi ultimi, infatti, appaiono all’utente mentre svolge una qualsiasi attività sul web, i primi vengono visualizzati in seguito alla ricerca attiva da parte dell’utente di un prodotto/servizio e tendono ad avere una percentuale di click maggiore. Inoltre, gli annunci di ricerca compaiono in cima alla pagina, prima dei risultati organici e non vederli è praticamente impossibile.

Dunque: se il CTR della tua campagna di ricerca Google Ads supera il 10% o il CTR di un annuncio display supera il 6%, significa che hai fatto un ottimo lavoro.

Ma da cosa dipende il CTR? Dal target, dai contenuti e dalla scelta delle keyword: sono questi i fattori che influenzano l’efficacia della tua campagna. Vediamoli nel dettaglio.

Conoscere il tuo pubblico di riferimento è la base di qualsiasi strategia. Più conosci le persone a cui interessa – o può interessare – il tuo prodotto, più ti sarà semplice creare dei contenuti personalizzati e adatti alle loro esigenze o desideri. Il tono di voce, le parole utilizzate, i contenuti visuali… vanno scelti in base al pubblico a cui vuoi comunicare.

E veniamo al succo: per contenuti intendiamo sia i testi, le immagini e i video contenuti negli annunci sia l’eventuale landing page o sito web su cui atterra la campagna. Se stai facendo una campagna di ricerca, sicuramente è importante concentrarsi sul titolo: fai in modo che sia originale, generi curiosità e quindi inviti l’utente a cliccare. Se invece stai creando un annuncio display, scegli con cura le immagini o i video: sono quelli che per prima cosa saltano all’occhio e devono saper catturare l’attenzione. Qui trovi qualche consiglio per creare contenuti efficaci e qui per creare delle landing page che generano conversioni.

L’ultimo fattore, uno dei più importanti, riguarda le parole chiave scelte. Usare keyword generiche può farti intercettare un pubblico di utenti più ampio, ma che potrebbe non essere realmente interessato al tuo prodotto: il rischio in questo caso è di sprecare budget per utenti che cliccano ma non trovano ciò che cercano. Al contrario, se scegli keyword più specifiche, fai in modo che i tuoi annunci appaiano solo in relazione a ricerche coerenti con il tuo prodotto o servizio. In questo caso il numero di utenti raggiunti è minore, ma avrai maggiori opportunità di pagare per un click da parte di un utente davvero interessato. 

Utilizza lo strumento di ricerca keyword di Google Ads e confronta i volumi di ricerca e il costo per click: più la concorrenza è elevata, più il costo per click aumenterà, quindi scegli parole chiave che abbiano un numero di ricerca non troppo elevato.

Oltre a capire come individuare le parole chiave per Google Ads, è anche bene sapere quante keyword inserire nei tuoi annunci: il numero consigliato non supera in genere le 20 parole per ogni gruppo di annunci. Anche se in realtà è possibile inserire molte più parole chiave nelle tue campagne, dovrai sempre ponderare bene la tua scelta, considerando la possibilità di intercettare utenti non interessati.

Vuoi qualche consiglio per le tue campagne Google Ads? Contattaci per tutte le info!

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e-commerce
Cosa vendere sul tuo e-commerce: ecco i prodotti più richiesti

Quale miglior momento per avviare un nuovo e-commerce, rifare il sito web o semplicemente rinfrescare il tuo, di quello in cui sono disponibili DUE BANDI con contributi fino all’80%?

Sì, hai capito benissimo. Stiamo parlando:

👉 del Bando Voucher Digitali volto a sostenere la digitalizzazione delle imprese del territorio. Il Bando è attivo per tutte le piccole e medie imprese delle province di Rimini e di Forlì-Cesena e prevede un contributo a fondo perduto fino al 50%, per gli interventi che riguardano il digitale e il web marketing.

👉 del Bando Bonus Alberghi 80%, previsto per tutte le attività del settore turistico del territorio nazionale, che prevede un contributo a fondo perduto fino a 100 mila euro un credito d’imposta fino all’80% e riguarda interventi di digitalizzazione, di riqualificazione e ristrutturazione.

Quando scade?

Le domande per il Bando Voucher Digitali potranno essere inviate dalle ore 10 del 31 gennaio 2022 alle ore 21 del 18 febbraio 2022, ma l’assegnazione del contributo seguirà l’ordine cronologico di arrivo.

👉 Quindi, prima invierai la domanda, più saranno le possibilità di ottenere il finanziamento. 👈

Il Bonus Alberghi 80% è invece attivo per interventi fino al 2024.

Qual è il contributo massimo?  

Per il Bando Voucher Digitali il contributo massimo è di 10.000 euro.

  • Esempio di spesa di investimento: 20.000 euro
  • Calcolo (20.000 x 50%)= 10.000 euro di contributo a fondo perduto.

Per il Bando Bonus Alberghi 80% il contributo massimo è di 100 mila euro e parte da una soglia base di 40 mila euro.

I servizi che rientrano nei Bandi:

  • Acquisto di beni e servizi strumentali, inclusi dispositivi e spese di connessione, funzionali all’acquisizione delle tecnologie abilitanti
  • Costruzione del sito e-commerce e di siti web ottimizzati per il mobile
  • Acquisto di software quali gestionali, CRM, realtà virtuali, stampanti 3D
  • Consulenza per il piano di marketing, per la comunicazione e il marketing digitale
  • Consulenze per innovazione di prodotto, nuova gamma o miglioramento dei prodotti a catalogo
  • Sistemi per lo smart working e il telelavoro
  • Soluzioni tecnologiche per migliorare il ciclo di produzione
  • Soluzioni per la gestione e il coordinamento dei processi aziendali
  • Impianti Wi-Fi
  • Spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazionedi servizi e pernottamenti turistici su siti e piattaforme informatiche
  • Formazione del titolare e del personale

Perché non sfruttare questa opportunità?

Ma entriamo nel dettaglio di un sito e-commerce e cerchiamo di capire quali prodotti hanno più probabilità di essere venduti. Basandoci su Amazon, colosso delle vendite online, abbiamo stilato una lista di quelli che sono i prodotti più cercati e richiesti e quindi, venduti. 👇

  • Launchpad
  • Auto e Moto
  • Commercio, Industria e Scienza
  • Prodotti per animali domestici
  • Salute e cura della persona
  • Informatica

Come fare per un’analisi di questo tipo? Basta andare nella sezione Bestseller e guardare la classifica dei prodotti più popolari in base alle vendite, aggiornata ogni ora. Altri canali da monitorare sono sicuramente E-Bay e alcuni grossi rivenditori del tuo settore merceologico. Questi Big Player solitamente spendono ingenti somme di fondi in ricerche di mercato per produrre la lista dei prodotti che questi stessi attori rivendono sulle rispettive piattaforme.

Praticamente, la loro analisi di mercato, serve per decidere quali prodotti mettere in vendita. Tu, cliccando sul nome del rivenditore, puoi accedere in un secondo all’intero catalogo… quindi in pratica puoi sfruttare le loro analisi (gratis) a tuo completo vantaggio.

Ma ahimè, non solo il prodotto fa la vendita: anche il modo di promuoverlo è una parte fondamentale per evitare il carrello abbandonato e aumentare le vendite. Di seguito ti ho stilato una lista con alcuni delle cose che non possono mancare.

  • Il sito deve essere veloce (il tempo di caricamento max di una pagina non deve superare i 3 secondi)
  • La user experience è importantissima: l’utente deve poter navigare in maniera facile e trovare quello che cerca in pochi clic
  • I prodotti devono avere delle immagini nitide e luminose
  • Le schede prodotto devono essere ottimizzate in ottica SEO
  • La procedura di acquisto deve essere semplice
  • Deve esserci una sezione dedicata a tutte le informazioni riguardo spedizione e resi
  • La Homepage deve essere sempre aggiornata con le ultime novità

Vuoi rifare il tuo sito o semplicemente dargli una rinfrescata per aumentare le conversioni? Contattaci per tutte le info!

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email marketing automation
Email Marketing Automation: cos’è e come farlo bene

Ti piacerebbe che le comunicazioni con i tuoi clienti partissero in autonomia senza che tu debba ricordarti quando e a chi spedirle? Buone notizie! Si chiama Email Makerting Automation e quando scoprirai come funziona, non potrai più abbandonarlo.

Parliamo di Marketing Automation per riferirci a tutte quelle attività che consentono di inviare, programmare e gestire le campagne email –  promozionali, newsletter o transazionali – attraverso degli automatismi.

Il vantaggio più considerevole, però, oltre alla semplificazione e alla velocizzazione delle attività di invio, risiede nell’alto livello di personalizzazione delle email. Ogni automatismo, infatti, si basa sui dati o sul comportamento degli utenti e quindi ti permette di creare contenuti mirati e più efficaci.

L’80% di chi utilizza processi automatizzati dichiara una crescita nel numero di lead e il 77% nel numero di conversioni.

Sì, perché più il messaggio è personalizzato, più alte sono le possibilità di incontrare le esigenze o i desideri degli utenti. Inoltre, le opportunità e le combinazioni sono davvero tante: vediamole insieme.

Workflow

E’ una campagna automatica profilata sulla base di interessi, dati anagrafici e attività dei tuoi destinatari, che si attiva al verificarsi di una condizione di partenza da te scelta. Questo significa che potrai creare una serie di newsletter diverse che vengono inviate in successione scegliendo giorni, orario e intervallo tra una mail e l’altra. Ti basterà impostare le condizioni di partenza, le regole per l’invio e il gioco è fatto: attivi il workflow e la campagna partirà in automatico al verificarsi della condizione da te scelta.

Le tipologie di campagne sono diverse. Potresti scegliere di attivarne una per dare il benvenuto ai tuoi nuovi iscritti, a cui seguiranno poi delle newsletter informative, impostarne una in base alla date dell’ultimo ordine o al carrello abbandonato, oppure avviare campagne promozionali che si innescano a seconda dei clic del destinatario sui messaggi precedenti.

Nel complesso, puoi personalizzare il tuo workflow in base a un evento, alla data di iscrizione del destinatario, una condizione su un campo anagrafico o sull’appartenenza a un gruppo da te creato, e infine puoi scegliere di far partire le tue newsletter in base all’attività e all’interazione del destinatario.

Invii automatici

Sono invii di singole email che si attivano al verificarsi di determinate condizioni. Inseriamo in questo gruppo, ad esempio, le newsletter di compleanno con un coupon sconto, newsletter informative che comunicano un nuovo post sul blog aziendale, un acquisto o la registrazione a seguito della compilazione di un form.

Integrazione multi-canale

Negli ultimi tempi l’email marketing è sempre più legato ad altri canali, nell’ottica di integrarsi e intercettare il consumatore nel suo sempre più complesso customer journey. Via libera, quindi, a plug-in e sistemi ponte che collegano le piattaforme di email marketing ai siti web, ai social media e così via.

Facciamo un esempio: un utente viene incuriosito da un’inserzione sui social media, clicca, atterra su una landing page dedicata e compila un form. A quel punto, a seconda della tipologia di contenuto e degli obiettivi di business, potrai far arrivare a quell’utente un messaggio automatico o una serie di newsletter che rinforzino il ricordo del prodotto o lo incentivino a completare l’acquisto, magari con sconti dedicati e offerte a tempo.

Vuoi potenziare la tua strategia con l’email marketing automation? Contattaci per una consulenza!

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