Come far crescere la tua attività con i micro e i nano influencer

Ogni settore e ogni nicchia può avere degli influencer: bisogna solo saperli trovare e coinvolgerli per promuovere i tuoi prodotti.

Quando parliamo di influencer però, non necessariamente pensiamo a Chiara Ferragni & Co. Anzi, oggi il marketing si fa con i cosiddetti nano e micro influencer, che hanno una nicchia di follower più ristretta e di qualità superiore.

Ma cosa fanno – effettivamente – gli influencer e come possono far decollare la tua attività? Gli influencer sono persone che esercitano una certa influenza sulle scelte e sullo stile di vita di un dato numero di persone. Di solito sono creatori di contenuti che, col passare del tempo, riescono a guadagnare la fiducia degli utenti, dare consigli e guidarli nell’acquisto.

Facciamo un esempio. Avrai sicuramente, nella tua cerchia, qualcuno che si intende di tecnologia più della media. Bene: sicuramente sarà a lui/lei che ti rivolgerai nel momento in cui dovrai cambiare il tuo Smartphone. Perché? Perché ti fidi delle conoscenze e dell’esperienza di quella persona, giusto?

Qualunque sia il settore merceologico o la grandezza dell’azienda non importa: il meccanismo è sempre lo stesso. A esercitare questa influenza sui comportamenti d’acquisto però, non sono solo i big come Chiara Ferragni, ma anche dei creator con community di follower più ridotte.

Perché funzionano? ⤵

Perché risultano più autentici, più veri e ispirano più fiducia rispetto ai grandi, tanto che le campagne di micro influencer marketing raggiungono tassi di coinvolgimento superiori al 60%.

Ok, ma come fare? Il primo passo è cercare questi micro e nano influencer sui social media – specialmente su Instagram.

  • Micro influencer 👉 tra i 10 mila e i 99 mila follower
  • Nano influencer 👉 tra i 1000 e i 9 mila follower

Il secondo è contattarli e inserirli all’interno della propria strategia di marketing.

Molti sicuramente davanti a questa opportunità storceranno il naso, ma ti assicuro che negli ultimi tempi è fondamentale rivolgersi a questi creator. Le vecchie tecniche di marketing non funzionano più, le persone non abboccano più così facilmente al primo stimolo proposto e il customer journey è sempre più lungo e trasversale.

Di conseguenza, i brand devono umanizzarsi, mostrarsi più autentici, più vicini alle persone e soprattutto… sfruttare la riprova sociale, ovvero il classico passaparola in versione digitale!

Recensioni, contenuti generati dai tuoi clienti, influencer: sono questi gli elementi che non possono mancare nella tua strategia, perché sono quelli che determinano la percezione che gli utenti hanno del tuo brand e dei tuoi prodotti o servizi.

RICORDA: non servono personaggi famosi o budget illimitati, hai solo bisogno delle persone giuste da coinvolgere!

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Posizionamento Google Maps: ecco come fare

Quando cerchi un’attività o un hotel su Google, la prima cosa che trovi – solitamente – è il profilo dell’attività con informazioni, foto e mappa. Se stai cercando un hotel in particolare, ti appare in automatico, ma ipotizza che una persona scriva su Google “Hotel a Riccione” e del tuo nemmeno l’ombra. E’ importante che la tua struttura compaia tra i primi hotel suggeriti, compresa di informazioni, mappa e possibilità di prenotare. Ma come fare per posizionarsi?

Prima di tutto, devi sapere che la maggior parte delle ricerche sul web avviene attraverso la local search, soprattutto perché il device più utilizzato è proprio lo smartphone che consente – a meno che tu non l’abbia disattivata – di tracciare la tua posizione.

Dunque, partiamo. Come primissima cosa devi inserire la tua struttura sul vecchio Google My Business (oggi profilo dell’attività su Google) e compilare in modo strategico e chiaro tutti campi. Inserisci delle belle immagini, controlla che ci siano tutti i contatti come il telefono, l’indirizzo mail e il link al tuo sito web per favorire le prenotazioni dirette.

Una cosa importante da fare è quella di aumentare i riferimenti di contatto provenienti da altri siti: in questo modo, quando Google trova dei riferimenti che combaciano con quelli presenti nella scheda di Google Maps, non fa altro che associare le cose e quindi, considera quelle info come fonti attendibili per migliorare il posizionamento della mappa.

Facciamo un esempio: anche se potrebbe costare un pochino, iscriversi al sito della Pagine Gialle è un ottimo investimento per il tuo posizionamento, perché è un sito ben posizionato e con un ottimo trustrank. Essendo tale sito una fonte (d’oro), tutti i dati anagrafici della tua struttura combacerebbero perfettamente con quelli della tua scheda Google Maps e questo ti aiuterebbe molto.

Inoltre, più riuscirai a trovare “luoghi” sul web in cui inserire il tuo indirizzo, telefono, email, sito etc. più sarà più facile per te aiutare Google e soprattutto gli utenti a trovare il tuo hotel. Devi fare attenzione a una sola cosa: quando inserisci i dati del tuo hotel, controlla che siano sempre esattamente gli stessi. 

Altro elemento da tenere sotto controllo sono le recensioni: più feedback positivi avrai e più Google sarà propenso a mostrare agli utenti la tua attività. Prendi in considerazione anche di rispondere alle recensioni, almeno ad alcune, inserendo il nome dell’hotel, la città e alcuni dei punti di forza, in modo che Google possa rintracciare parole chiave e riferimenti da associare alla tua struttura, mappa compresa.

Altre cose su cui puoi – e dovresti – intervenire per ottenere più visibilità sui motori di ricerca:

  • Nella descrizione della tua attività utilizza keyword rilevanti che descrivano al meglio i servizi che offri: Hotel con Spa a Riccione, Hotel con piscina Riccione etc. (non devono necessariamente essere scritte in maniera rigida, basta che siano presenti nel testo, al resto pensa tutto Google);
  • Scegli delle buone categorie che descrivano la tua attività. Google ti suggerisce una categoria principale ed altre aggiuntive: scegli correttamente quella principale, ma non esagerare con le categorie aggiuntive;
  • Invita gli utenti a lasciare delle recensioni;
  • Integra la mappa nel tuo sito web e se hai a disposizione anche altre risorse, integrala anche su questi altri siti, come ad esempio una landing page;
  • Ottimizza il tuo sito web perché più è ottimizzato, più Google effettuerà un “gioco” di associazione. Ricordati di inserire in ogni pagina il Title, la meta description e la keyword scelta;
  • Ottieni link di qualità: iscriviti a vari portali, fai parlare di te su un blog con un buon posizionamento e così via;
  • Se hai dei video sul tuo sito che rimandano a Youtube, mi raccomando ottimizza anche quelli aggiungendo keyword, title e descrizione;
  • Stesso discorso anche per le foto: in ogni immagine che carichi sul sito inserisci il tag alt o testo alternativo, aiuterà i motori di ricerca ad associarle al tuo sito web.

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Facebook e Instagram Ads: quanto investire per campagne efficaci

Qual è il budget giusto per Facebook e Instagram Ads?

Hai deciso. Vuoi finalmente investire anche tu in campagne Facebook e Instagram Ads per promuovere la tua attività, ma ecco già il primo ostacolo: quanto budget serve per ottenere dei risultati concreti?

Per prima cosa un avvertimento: un solo post o campagne per brevi periodi non ti aiuteranno a crescere.

Bisogna impostare un piano strategico, individuare gli obiettivi e creare contenuti di qualità che catturino l’interesse degli utenti e li portino verso la conversione finale, qualunque essa sia. Succede spesso, però, che si investano soldi senza un vero ritorno economico o che le campagne non performino in maniera efficace.
Cosa serve perché le campagne pubblicitarie siano efficaci ⤵
  • offerta in base all’obiettivo (quanto si paga)
  • pertinenza e qualità dei contenuti
  • storico pubblicitario dell’account
  • qualità e posizionamento del brand

Qualità e pertinenza dei contenuti sono una parte fondamentale perché la tua campagna raggiunga i propri obiettivi. Immagini – o ancor meglio video – copy persuasivi, call to action: ogni elemento deve essere studiato per guadagnare l’attenzione dell’utente tra migliaia di contenuti e farlo cliccare proprio sul tuo annuncio.

Più il tuo brand è apprezzato e conosciuto dagli utenti, poi, più Facebook e Instagram saranno propensi a favorire i tuoi annunci, così come è fondamentale lo storico pubblicitario del tuo account.

Non preoccuparti se sei alle prime armi: da qualche parte bisogna pur iniziare!

Accanto all’importanza dei contenuti, c’è proprio il tuo budget, ovvero quanto sei disposto a spendere per raggiungere i tuoi obiettivi, quindi vediamo come deciderlo.

Cosa bisogna tenere in considerazione per scegliere il giusto budget per Facebook e Instagram Ads ⤵

  • il settore della tua attività
  • mercato di riferimento e competitor
  • modello di business e obiettivi
  • tempistiche

In che settori operi e com’è il tuo mercato di riferimento? Ovviamente, più questo sarà saturo, più il costo per essere competitivo aumenterà.

Quali obiettivi vuoi raggiungere e in quanto tempo? Generare lead – utenti potenzialmente interessati al tuo prodotto/servizio – oppure vendere sul tuo e-commerce, ad esempio, hanno costi completamente diversi perché si trovano in fasi diverse del famoso funnel marketing.

Una metrica fondamentale per valutare quando budget investire è sicuramente la copertura. Quante persone vuoi raggiungere? E cosa vuoi che facciano con la tua inserzione?

Facciamo qualche esempio per capirci di più!

Campagne per far conoscere il tuo brand

Potresti avere un’attività nuova sul mercato e volerti far conoscere nella zona: sicuramente una campagna di visibilità e notorietà del brand farebbe al caso tuo. Poniamo che ti trovi in una città medio-piccola e che vorresti raggiungere circa un migliaio di persone al giorno.

La cosa migliore sarebbe investire almeno 5-10 euro al giorno e utilizzare il budget per diversi target: puoi individuare gli utenti per interessi, caratteristiche socio-demografiche, rivolgerti a un pubblico simile a quello che già ti segue e fare retargeting sugli utenti che hanno già interagito in qualche modo con la tua azienda. Con questo tipo di campagna spederai, quindi, circa 310 euro al mese, ipotizzando 10 euro giornalieri.

Campagne per raccogliere Lead

Se invece hai in mente di raccogliere nuovi contatti potenzialmente interessati al tuo prodotto, devi fare una campagna di Lead generation. In questo caso puoi richiedere agli utenti di compilare un modulo su Facebook e lasciare i loro dati per scaricare un estratto del tuo servizio, o uno sconto dedicato, o far atterrare gli utenti su una landing page.

Qualunque sia la modalità, i costi si aggirano intorno ai 12-15 euro al giorno per la fase di prospecting e 5-10 euro per la fase di retargeting, che moltiplicato per 31 giorni fa un totale di 620 euro.

Campagne per vendere sul tuo e-commerce

Se invece vuoi aumentare le vendite sul tuo e-commerce, dovrai spendere un po’ di più. Siamo intorno ai 20 euro al giorno per la fase di prospecting e 10-15 euro per quella di retargeting, che fa un totale di circa 900 euro al mese. Tieni presente che questa campagna dovrà durare almeno 3/4 mesi per permettere all’algoritmo di lavorare le tue inserzioni e farti ottenere risultati concreti.

In questo caso puoi testare la campagna su due pubblici diversi con differenti tipi di comunicazione e investire circa il 40% e il 20% del tuo budget per la fase di prospecting. Mentre, per la fase di retargeting dovresti usare il 10% e il 30% del tuo budget.

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Emotional Marketing: cos’è e come utilizzarlo

Proprio come dice il termine emotional, questo tipo di strategia di marketing si basa sulle emozioni, sulle sensazioni e sui ricordi, che vengono suscitati nei destinatari del messaggio offrendo loro un’esperienza che fa leva su bisogni, desideri, paure e aspettative.

Questo tipo di marketing è molto efficace ed è sempre più una costante per la maggior parte dei brand, che cercano di instaurare un legame duraturo con il proprio target. Perché è efficace? Perché, come sostenne Gerald Zaltman, il 95% degli acquisti sono fatti in maniera inconscia e solo il 5% sono mossi dal pensiero razionale.

Pensaci, quante volte fai un acquisto seguendo il cuore e quante calcolando pro e contro?

Ecco, appunto. Oggi cercheremo quindi, di capire quali siano – nel concreto – le attività con cui suscitare le emozioni nel nostro target.

Risveglia i 5 sensi

Olfatto, gusto, vista, tatto e udito: a seconda di cosa stai promuovendo, richiama almeno uno di questi sensi! Utilizza delle immagini che portino il destinatario a immaginare già come sarà la sua vacanza nel tuo hotel, scrivi copy persuasivi che raccontino il profumo dei biscotti sfornati la mattina o il sapore floreale di un calice del tuo vino più buono, utilizza la musica per richiamare un ricordo o un’immagine familiare.

Crea dei virtual tour o gioca con le storie e i reel sui social media: fai vedere il lato più quotidiano della tua attività, utilizza la musica e gli sticker del momento, crea immagini e video che permettano alla tua community di avere una finestra sempre aperta su ciò che fai. Non potrai far sentire il gusto della torta di questa mattina, ma potrai richiamarlo!

 

Richiama le emozioni

Gioia, entusiasmo, nostalgia, riscatto, orgoglio… le emozioni che possiamo provare sono infinte ed è importante raccontarle, animarle in quello che stai promuovendo, in modo da creare un legame di identificazione e bisogno.

Più i tuoi destinatari si sentiranno in empatia con le emozioni che richiami, più saranno attratti da ciò che proponi, che sia una vacanza, abbigliamento o delle torte di pasticceria.

Non aver paura di mostrare le tue emozioni: racconta cosa ti fa provare guardare un tramonto dalla finestra della tua attività o come ti fa sentire vedere i tuoi clienti felici e soddisfatti. Chiedi alla tua community che cosa ha provato assaggiando i tuoi dolci o fai far loro una scelta: due foto, una domanda et voilà, il post è fatto!

Gioca sui ricordi comuni

Chi non pensa con piacere a un pranzo della domenica dalla nonna, al profumo dei biscotti, al gusto di un ghiacciolo sulla spiaggia o al ritmo della macarena che proviene da un hotel in spiaggia? Per creare una connessione, è importante richiamare alla mente anche dei ricordi comuni: qualcosa che tutti noi ricordiamo come un momento positivo, di spensieratezza.

Qui devi giocare molto con le immagini e i suoni: ricordati che i reel possono durare anche pochi secondi e tra le tracce audio puoi spaziare davvero tantissimo, non solo tra la musica! 😉 Fai sorridere, fai ridere e fai emozionare i tuoi follower!

Crea comunità

Le persone vogliono sentirsi parte di qualcosa: non a caso una delle parole che meglio descrive la società di oggi è CONDIVIDERE. Puoi utilizzare dei contenuti interattivi, coinvolgere la tua community con piccoli contest, quiz, giochi a premi o semplici domande: soprattutto sui social media, questa è una delle tecniche più efficaci! 

Chiedi alla tua community di condividere un loro momento bello nel tuo hotel, inserisci gli sticker sondaggio, domanda o quiz nelle tue storie Instagram o pubblica un post in cui chiedi ai tuoi follower di indovinare qualcosa che è rappresentato nella foto.

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Newsletter che vendono: ecco i trend del momento
Creare newsletter è più semplice di quanto credi, ma ideare newsletter che vendono è tutta un’altra storia. Bisogna tenere in mente il target a cui vuoi parlare, fare attenzione al copy, disporre in maniera intelligente gli elementi visivi e creare delle call to action che facciano bene il proprio lavoro: invitino l’utente a cliccarci sopra.

Eppure non sempre le statistiche post-invio ti mostrano un andamento positivo, anzi spesso i tassi di apertura – e ancora di più i clic – riportano dati piuttosto scoraggianti. Perché? Vediamo di scoprirlo insieme analizzando alcuni dei principali trend del momento!

Accessibilità

Sia a livello visivo che a livello testuale, le tue newsletter devono essere – per prima cosa – accessibili. Utilizza quindi un linguaggio semplice e diretto e un design chiaro con molti spazi bianchi.

Gioca con i colori sobri, crea un elevato contrasto tra gli elementi in modo che siano ben visibili e crea dei pulsanti call to action ben riconoscibili, in modo da attirare l’attenzione dell’utente proprio lì.

Il design grafico deve essere semplice e chiaro ed evitare la confusione di tanti elementi diversi. Preferisci un’immagine con un titolo accattivante e metti in risalto gli elementi più importanti, come ad esempio un’offerta lampo, un regalo o uno sconto speciale.

Cosa fondamentale: controlla sempre che la tua newsletter sia ben ottimizzata anche per la versione mobile!

Dark Mode

Negli ultimi tempi è sempre più popolare la modalità scura sui propri dispositivi mobili: l’intera visualizzazione sullo schermo è immersa in colori scuri, perché molti utenti lo trovano più confortevole per gli occhi, specialmente se la luce nell’ambiente in cui ci si trova è piuttosto scura.

Quando crei la tua newsletter, tieni conto anche di questo e fai in modo che sia accattivane – e soprattutto ben leggibile – anche in dark mode. In modalità scura infatti, lo sfondo dell’email è visualizzato in nero o grigio scuro e il testo è colorato di bianco. Fai attenzione anche agli elementi grafici: alcuni colori potrebbero risultare fastidiosi su uno sfondo scuro.

Email Marketing Automation

L’automazione non è un nuovo trend dell’online marketing, ma piuttosto una costante che diventerà sempre più importante. L’invio precedentemente pianificato di un messaggio settimanale infatti, non è più sufficiente.

Con l’automation, il flusso di newsletter viene pensato in base al comportamento e alla reazione dell’utente ed è quindi più flessibile e adattabile alle diverse fasi del processo di acquisto dell’utente.

Come funziona? I workfow – o flussi di email – funzionano tramite trigger, ovvero le azioni degli utenti nei vari canali online: la registrazione alla newsletter, l’acquisto, il clic su una mail e tante altre azioni. Il vantaggio è proprio nella possibilità di pianificare queste newsletter, che arriveranno all’utente in tempo reale, poco dopo aver compiuto una determinata azione.

Contenuti interattivi

Le vecchie tecniche di email marketing direttamente volte all’acquisto sono ormai obsolete. L’utente deve percepire il valore di quello che gli stai proponendo, per questo è fondamentale pensare a un contenuto originale che stimoli interesse e curiosità.

Sondaggi, recensioni di altri utenti, contest e piccoli quiz sono fondamentali per attirare l’attenzione: il segreto è coinvolgere. Pensaci un attimo… quando trascorri del tempo sul tuo smartphone non vuoi seccature, magari sei alla ricerca di un po’ di svago e sicuramente essere bombardato da messaggi di brand vari che ti invitano all’acquisto ti porterebbe a disiscriverti dalla newsletter o a bloccare i vari annunci.

Manda qualche newsletter in più, ma bada bene che sia interessante. Se hai un hotel ad esempio, potresti inviare delle newsletter con le novità per la prossima stagione, dei lavori in corso, un nuovo piatto sul menu… insomma, qualsiasi cosa che coinvolga chi legge e lo faccia sentire partecipe e non un semplice utente a cui vendere qualcosa.

Integrazione multicanale

Un’altra costante dell’ultimo periodo è la comunicazione tra i diversi canali online. Basta pensare alle newsletter come a uno strumento a sé: gli utenti che leggono le tue newsletter sono gli stessi che navigano sui motori di ricerca, sui social network o sul tuo sito web.

Cerca di intercettarli in tutti questi hotspot, raccontagli la storia del tuo brand, coinvolgili e crea dei flussi di comunicazione che leghino tutti questi strumenti in uno storytelling efficace.

Un esempio? Potresti creare una campagna sui social media in cui gli utenti, per ricevere il premio/sconto/codice promo devono iscriversi e lasciare il proprio contatto email. Una volta iscritti riceveranno una prima di newsletter con lo sconto, dopo di che potrai reindirizzarli sul tuo sito web, oppure creare dei flussi di mail per tenerli costantemente aggiornati su eventi e novità della tua struttura.

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Come trovare i migliori hashtag per i tuoi social

Hai scelto l’immagine, hai deciso il copy… e adesso? Prima di pubblicare sui social è fondamentale avere una strategia – e non solo a livello macro. È importantissimo, infatti, avere una strategia e delle linee guida anche per quanto riguarda la scelta degli hashtag. Non sceglierli MAI A CASO! Lo dico perché sono molti a seguire l’istinto.

Certo, è importante che ci siano degli hashtag riferiti al tema del post, ma questo non significa scegliere delle parole a sentimento solo perché sono le prime che ci sono venute in mente. Gli hashtag, infatti, servono a canalizzare i contenuti e a classificarli, in modo da essere trovati più facilmente dagli utenti che condividono un interesse verso il tema trattato nel post.

Per prima cosa: DOVE utilizzarli. Anche se alcuni li utilizzano ancora, su Facebook gli hashtag non servono sostanzialmente a NIENTE. A meno che tu non stia scrivendo un post su un argomento di tendenza – di solito sono tematiche di attualità – nessuno cerca o segue gli hashtag su FB. Evitali, soprattutto perché ti fanno sembrare un po’ old style.

Seconda cosa: QUANTI. Creare dei muri di hashtag è controproducente, anche perché spesso l’algoritmo di Instagram penalizza l’utilizzo eccessivo. Scegline al massimo una quindicina e punta soprattutto sulla qualità e l’originalità di ciò che posti.

Come sceglierli?

  • spia la concorrenza
  • monitora i post che hanno ottenuto più successo (sia tuoi che dei competitor)
  • scopri gli hashtag utilizzati dalla tua community
  • sfrutta la barra di ricerca di Instagram per i correlati

Controllare cosa fanno i competitor fa parte del gioco. Guarda quali hashtag utilizzano, monitora i post che hanno ottenuto più risultati e prenditi un po’ di tempo sia per guardare i post dei tuoi follower, sia per utilizzare la barra di ricerca e vedere cosa ti suggerisce Instagram stesso.

Se il tuo post parla di abbigliamento da donna, puoi scrivere questo hashtag e vedere quelli correlati: pensa anche ai sinonimi, ai dettagli rappresentati e utilizza sia le parole italiane che quelle inglesi.

 Una delle regole basilari, però, rimane quella di scegliere gli hashtag in base al volume di contenuti collegati. Anche se la cosa migliore da fare sembra quella di utilizzare quelli con un volume altissimo, in realtà è proprio il CONTRARIO.

Quel numerino sotto gli hashtag nella barra di ricerca, infatti, più è alto e più contenuti gli sono collegati: la concorrenza sarà elevatissima. A meno che tu non abbia un contenuto SUPER ORIGINALE, meglio evitare i grandi numeri, perché potresti finire nel marasma di post pubblicati da milioni di utenti.

Allo stesso modo è vero il contrario. Gli hashtag a bassa densità sono cercati da pochi utenti, quindi ha poco senso utilizzarli. Come fare allora? Gli antichi romani dicevano “modus in rebus”, ovvero ci vuole la giusta misura. Evita gli hashtag con più di 1 milione di post così come quelli sotto i 100.

La formula migliore è mischiare hashtag diversi con volumi diversi: ad esempio, se scegli di inserire 15 hashtag, potresti inserirne 5 con volumi altissimi, 5 con volumi medi e 5 con volumi medio-bassi. In questo modo avrai più possibilità di finire in esplora e di intercettare un pubblico interessato ai tuoi contenuti.

Vuoi saperne di più, hai bisogno di una consulenza per il tuo brand o vorresti creare un piano editoriale per i tuoi profili social? Contattaci per tutte le info!

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